Sì al web e alla condivisione di informazioni in rete per i religiosi: questo è quanto emerge da uno studio realizzato dalla
Università della Svizzera italiana in collaborazione con la
Pontificia Università della Santa Croce, sul
clero mondiale.
La ricerca, presentata a Roma dal card.
Claudio Hummes, prefetto della Congregazione per il clero, mostra come internet stia diventando sempre più utile per i
preti, aiutandoli non solo a stare in contatto con i fedeli, ma a svolgere la loro professione.
Secondo quanto emerso, tre sacerdoti su cinque, a livello mondiale, sfruttano la rete per cercare
materiale online, utile a preparare le
omelie.
In particolare, il 50,6% crede che il ricorso ad internet per la preparazione delle omelie sia "utile o molto utile", a differenza del 6,8% che esprime un parere negativo.
Inoltre, è stato dimostrato dallo studio come un'altissima percentuale di
religiosi non demonizzi più le
nuove tecnologie, al contrario le ritenga utili: il 94,7% di tutto il clero mondiale ha dichiarato di ritenere che il web permetta di "migliorare la formazione".
Fra gli altri risultati emersi in merito all'uso del digitale per la
direzione spirituale, si evince come i pareri siano discordi: quasi il 39% dei preti non crede sia utile, preferendo la relazione di persona con i fedeli, a differenza del 26.7% che lo ritiene "utile o molto utile".
Infine, in merito alla
preghiera online, il 35,9% del campione ha detto di utilizzarla, a differenza del 35,7% che non la utilizza in nessuna occasione.
Pareri discordi su taluni punti, certo, ma la ricerca ha comunque dimostrato come l'antica demonizzazione dei
rapporti virtuali sul web si ormai un capitolo superato per la
Chiesa.
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