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Aperta istruttoria contro Google

La CNIL ha annunciato l'apertura di un'istruttoria nei confronti di Google per stabilire se il nuovo pacchetto di policy unificate sia in linea con i requisiti fissati nella Direttiva europea sulla protezione dei dati.

Autore: redazione social media

Pubblicato il: 03/04/2013

La Commission Nationale de l'Informatique et des Libertes (CNIL) ha annunciato l'apertura di un'istruttoria nei confronti di Google, coordinata in sei paesi del Vecchio Continente, Italia compresa.
Nello specifico, i garanti di Francia, Italia, Germania, Regno Unito, Paesi Bassi e Spagna hanno costituito una sorta di task force denominata Article 29 Working Party per stabilire se il nuovo pacchetto di policy unificate sia in linea con i requisiti fissati nella Direttiva europea sulla protezione dei dati (95/46/CE).
Allo stato attuale, il gruppo non ha registrato alcuna iniziativa concreta di Big G nel rispetto delle leggi europee.
Il Presidente del Garante per la protezione dei dati personali, Antonello Soro, ha così dichiarato: “Google non può raccogliere e trattare i dati personali dei cittadini europei senza tenere conto del fatto che nell'Unione Europea vigono norme precise a tutela dei diritti fondamentali dei cittadini. L'azione congiunta dei Garanti europei mira a riaffermare questo principio e a far sì che questi diritti vengano garantiti”.
Il colosso di Mountain View non avrebbe ancora fornito ai propri utenti un meccanismo semplice e chiaro per potersi slegare dal nuovo pacchetto di policy condensate.
Nel comunicato ufficiale diramato dal Garante italiano per la privacy è possibile leggere quanto segue: “Le nuove regole sulla privacy adottate da Google consentono, tra l'altro, alla società californiana di incrociare in via generalizzata i dati degli utenti che utilizzano i servizi offerti”. L’avvio della fase istruttoria volta ad analizzare la privacy di Big G è stato confermato anche dall’ICO (Information Commissioner’s Office).
Si stima che solo l’ICO abbia la possibilità di comminare una multa pari a 500mila sterline contro le aziende ritenute ree di violazione delle leggi nazionali sulla privacy.
Un portavoce di Google ha così dichiarato: “La nostra normativa sulla privacy rispetta la legge europea e ci permette di creare servizi più semplici e più efficaci. Siamo stati costantemente in contatto con le diverse autorità garanti della privacy coinvolte nel corso di questa vicenda e continueremo a esserlo in futuro”.

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