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Cyberbullismo, ecco quali sono i 3 tipi più comuni

La Polizia Postale e delle Comunicazioni ha dichiarato che, nel 2014, in Italia sono stati più di 300 i casi di cyberbullismo ai danni di minori.

Autore: redazione social media

Pubblicato il: 30/03/2015

Secondo il consuntivo 2014 della Polizia Postale e delle Comunicazioni, nel 2014 in Italia sono stati più di 300 i casi di prepotenze on-line compiute da minori contro minori, il doppio rispetto all’anno  precedente.
Secondo Barracuda Networks, i cyberbulli hanno diversi modi di esprimersi e manifestarsi tanti quanti sono le possibilità di generare contenuti online dai social network ai forum, passando per i blog.
Le tipologie più comuni di cyberbulli sarebbero 3:

1)  I cyberbulli che molestano direttamente le loro vittime: E-mail, SMS e Instant Messaging diretti alla vittima sono gli strumenti preferiti da questa categoria che di solito agisce in anonimato o attraverso una falsa identità. Altra forma di attacco comune è postare sui social o sui blog  pettegolezzi sulla vittima. Questa tipologia può anche adottare tecniche più subdole, come:
segnalare la vittima sui social affinché sia “bannata”; pubblicare informazioni personali della vittima su Internet, esponendola al rischio di un furto di identità o di azioni di altri malintenzionati; creare sondaggi tanto umoristici quanto crudeli ("pensi che sia grassa" e simili); utilizzare malware o altre applicazioni per spiarla o prendere il controllo dei suoi profili.
2)  I cyberbulli mascherati: Questa tipologia di bullo “ruba” l’identità della vittima creando  account che replicano il suo nome per poi navigare in rete sotto falsa identità e comportarsi male. Queste attività sono destinate a cambiare la percezione che il pubblico ha della vittima in modo negativo. Altre tecniche che rientrano nella stessa categoria sono: il furto della password o del dispositivo che permette al bullo di fingersi la vittima nelle conversazioni con terzi; la modifica in termini offensivi del profilo della vittima negli account social; l’impostazione di falsi account social a nome della vittima. 
3)
  I cyberbulli fotografi e videomaker: Ci sono nella vita momenti in cui nessuno di noi vorrebbe essere immortalato, questa categoria di bullo è attenta a coglierli tutti. Le immagini possono essere riprese senza che la vittima se ne accorga o può trattarsi di scatti che non dovrebbero uscire dalla sfera privata. In tutti i casi, i bulli sanno cosa farne: possono ricattare la vittima, minacciandola di condividere pubblicamente;
possono divulgare foto o video con sms ed e-mail, privando la vittima del controllo della sua immagine; possono pubblicare le immagini su Internet permettendo a chiunque di visualizzarle;
possono filmare la vittima mentre viene presa in giro da altri e postare il video in rete.

I bambini e i ragazzi non sono le uniche vittime del cyberbullismo, ci sono siti come Is Anyone Up (ora scomparso, fortunatamente), che permetteva di postare foto di nudo altrui senza permesso alcuno, o She’s a Home Wrecker creati appositamente per umiliare gli adulti.


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