La
Commissione per il Lavoro della California, accogliendo l’istanza di un'
autista Uber, ha dichiarato che
questi ultimi devono essere dipendenti e non imprenditori privati. Dopo il blocco per vie giudiziarie di Uber, l’azienda di San Francisco subisce il colpo più duro proprio dal suo paese d’origine.
Contrariamente a quanto successo in Europa, in cui i principali avversari di Uber sono i tassisti, negli USA, ad attaccare l’azienda, sono gli stessi autisti, che lavorano grazie alla startup.
Nello specifico, il ricorso è stato presentato da
Barbara Ann Berwick, una autista di San Francisco a cui la Commissione ha concesso un
risarcimento di circa 4mila dollari di spese sostenute. Le conseguenze potranno essere pesantissime, a cominciare dall’aumento esponenziale dei costi per la società, che dovrebbe accollarsi oltre allo stipendio fisso dei dipendenti anche le spese di manutenzione dei veicoli e l’assicurazione.
Tale decisione potrebbe anche avere effetti sulla valutazione della compagnia (attualmente è di circa 40 miliardi di dollari) e di tutte le società che operano nella "sharing economy»", facendo incontrare domanda e offerta di servizi.
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