Da un recente
rapporto dell’Ocse emerge che le scuole
devono ancora superare il divario digitale e fornire agli studenti gli strumenti necessari per connettersi.
Tuttavia, stare troppo al computer potrebbe compromettere la capacità d’apprendimento in alcune materie essenziali.
I paesi che hanno investito di più nelle dotazioni tecnologiche delle loro scuole
non hanno ottenuto risultati apprezzabili nelle performance in lettura, matematica o scienze.
La tecnologia
non ha avuto neanche effetti rilevanti per quanto riguarda l’inclusione e il recupero degli studenti più poveri e disagiati.
Gli alunni che fanno un uso moderato dei computer a scuola hanno sicuramente un tipo di apprendimento migliore di quelli che lo usano poco, ma lo hanno migliore anche rispetto a quelli che ne fanno abbondante uso. Questi ultimi incontrano grandi difficoltà in discipline come la lettura, la matematica e le scienze.
Secondo l’
Ocse, un'interpretazione di questi risultati è legata a un deficit nell’interazione tra studenti e insegnanti.
Gli adolescenti italiani hanno performance migliori nella “lettura digitale” rispetto a studenti di altre nazioni, ma navigano meno degli altri per trovare informazioni sul web.
In media, ogni ragazzo a casa passa su internet 93 minuti al giorno durante la settimana, meno della media Ocse che è di 104 minuti e 97 minuti nel week end (138 Ocse), mentre a scuola i minuti ‘online’ sono 19 (media Ocse 25). Gli internet-dipendenti, ossia quelli che stanno più di sei ore al giorno davanti al pc a casa, sono il 5,7% sotto la media Ocse che è del 7,2% e in alcuni Paesi si avvicina al 10% (Danimarca, Olanda e Grecia).
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