La prima
missione Exomars è partita.
Il grande razzo
Proton si è sollevato dalla base russa di
Baykonur in Kazakistan alle 10.31 ora italiana, in perfetto orario.
Nell’ogiva del razzo è ospitata
la sonda Tgo dell’Esa europea, che
contiene circa 5 tonnellate di scienza e tecnologia italiana.
Grande l’emozione di tecnici e scienziati italiani che hanno potuto seguire il lancio dal centro di controllo di Torino.Il presidente dell’
Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Roberto Battiston, ha così commentato: “È un’emozione vedere il Proton alzarsi nel cielo con a bordo tanta tecnologia italiana”.
La sonda ‘madre’ resterà nell’orbita di Marte per individuare la presenza di metano e di altri gas compatibili con la vita.
Farà poi scendere un modulo, chiamato
Schiaparelli in onore dell’astronomo italiano
Giovanni. Sulla superficie di Marte, Schiaparelli porterà diversi strumenti tra cui la stazione meteo Dreams. Questa stazione meteorologica è stata realizzata dal
Cisas di Padova ed entrerà in azione dopo lo sbarco per studiare in particolare venti e polveriL’obiettivo di questa prima fase è mappare Marte e averne anche un modello 3D, con il compito di dimostrare la capacità europea di atterrare sul pianeta rosso.
Nel 2018 la seconda fase della missione prevede il rilascio su Marte di un rover equipaggiato con un trapano che perforerà il suolo fino a due metri di profondità in cerca di tracce di vita.
Era molto importante che la partenza non subisse rinvii. Infatti il lancio doveva avvenire in tempi precisi per obbedire alle leggi della meccanica celeste e raggiungere Marte nel momento voluto, perché le condizioni favorevoli per volare verso il
Pianeta Rosso si verificano ogni due anni.
Se qualche problema fosse intervenuto all’ultimo momento si sarebbe andati incontro ad un rinvio di ben due anni.
Sono oltre duecento gli ingegneri e i tecnici specializzati impegnati in queste imprese spaziali che ora si concentreranno sul programma che prevede la partenza della seconda missione Exomars nel 2018, il cui scopo è la
ricerca della vita nel sottosuolo marziano.
Ciò sarà reso possibile con il rilascio su Marte di un rover equipaggiato con un trapano che perforerà il suolo fino a due metri di profondità, compiendo analisi in diretta.Il fine ultimo di queste missioni su Marte è quello di preparare lo sbarco dell’uomo immaginato intorno al 2030.
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