Dreamroom Productions, casa di produzione californiana che lavora nell’ambito dei contenuti a
luci rosse ha così denunciato, in un post apparso online: "
YouTube si sta trasformando in uno dei più sconfinati database di video pirata, anche di tipo
pornografico".
Nello specifico, la società ha accusato il servizio
Google di ospitare - in modo non del tutto inconsapevole -
una quantità esorbitante di materiale protetto da copyright, caricato online da terzi sfruttando una scappatoia certamente ingegnosa ma illecita.
Il trucco, utilizzato da numerosi portali dediti allo streaming di materiale pirata, si basa su un’opzione che permette di
caricare video sulla piattaforma tenendoli però privati. Tali contenuti non compaiono nei risultati di ricerca, ma restano visibili a chi ne conosce l’indirizzo esatto e dunque a eventuali siti che li incorporano all’interno delle proprie pagine.
Big G può
impiegare fino a tre settimane per scovare un video del genere dopo la sua messa online: si tratta senza dubbio di un lasso di tempo troppo lungo, che rende perciò conveniente agli amministratori dei siti pirata
ripetere l’operazione all’infinito.
Per
Dreamroom Productions la soluzione al problema è semplice e consta nel
disattivare la funzione incriminata che apre le porte alla scappatoia, anche se è difficile che Google la metta in atto in questi termini: l’opzione è
utile agli utenti attivi di YouTube, che sulla piattaforma caricano centinaia di migliaia di video legittimi ogni giorno e vogliono poter decidere quando renderli pubblici.
Sembra che l’unica strada percorribile sia dunque un
potenziamento degli algoritmi usati per trovare i video illeciti ospitati in Rete dopo la loro prima comparsa.
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con le notizie di
BitCity.it iscriviti alla nostra
Newsletter gratuita.