Google, nella sua ricerca denominata "
Rapporto sullo stato di sicurezza del web", ha rivelato che l'anno compreso tra il 2015 e il 2016 è stato un "
annus horribilis" dal punto di vista della
cybersecurity. In particolare, sono stati segnalati tanti episodi che hanno portato alla violazione di siti web, come nel caso di Yahoo con la conseguente pubblicazione dei dati di centinaia di milioni di utenti.
Si stima che tra il 2015 e il 2016 vi sia stato un aumento del 32% dei siti hackerati.
Sfortunatamente, sembra che questa tendenza non sia destinata a fermarsi, visto che gli hacker adottano sempre più strumenti sofisticati mentre i siti web, spesso e volentieri, giacciono in situazioni vecchie e precarie, incapaci di contrastare simili violazioni.
Dal report si evince che gli hacker
sfruttano principalmente password deboli degli amministratori e anche situazioni in cui mancano del tutto aggiornamenti di sicurezza.
Google ha inoltre rilevato che il 61% di coloro che gestiscono siti violati non sa nemmeno il motivo per cui i siti non sono stati verificati dal motore di ricerca.
Nel rapporto, Big G ha evidenziato anche alcune tipologie ricorrenti di violazioni da parte degli hacker, come l'inserimento di pagine con contenuti senza senso, inventate per ingannare gli utenti o la creazione di testi giapponesi collegati a finti siti di merce griffata.
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