Il
Garante della privacy, dopo l'istruttoria avviata a maggio nei confronti di
Street View di
Google, ha intimato a BigG i di
bloccare qualsiasi trattamento dei dati raccolti tramite le sue auto sul suolo italiano.
In più l'Autorità ha trasmesso gli atti alla magistratura perchà© venga valutata l'
ipotesi di un'imputazione penale per la questione Street View in Italia.
Le preoccupazioni del Garante sono nate dopo l'
ammissione da parte di Google di aver raccolto con le auto di Street View frammenti di dati che viaggiavano sulle
reti Wi-Fi non protette nelle vicinanze dei mezzi. La "raccolta" indesiderata andava avanti
dal 2008.
Nel corso del procedimento Google, fornendo i riscontri richiesti dal Garante, ha confermato sì la raccolta dei dati durante il passaggio delle vetture di Street View, specificando tuttavia che essa era avvenuta
erroneamente e che i dati raccolti erano comunque talmente frammentati da non per poter essere considerate informazioni personali.
Secondo le dichiarazioni delle società , i dati sono attualmente conservati su
server negli Stati Uniti e non sono mai stati utilizzati, nà© comunicati a terzi.
Secondo l'Autorità italiana, invece, una tale raccolta di informazioni, essendo stata effettuata in modo sistematico e per un considerevole periodo di tempo (fino al maggio 2010), comporta la concreta possibilità che alcune delle informazioni "catturate" abbiano
natura di dati personali: consentano cioè di risalire a persone identificate o identificabili.
Alla luce di tutto ciò il Garante ha ritenuto di trasmettere gli atti all'autorità giudiziaria perchà© accerti gli eventuali illeciti penali che possono configurarsi. Considerato inoltre che i "
payload data" possono costituire elementi di prova delle eventuali violazioni che spetterà alla magistratura valutare, il Garante ha ritenuto di conseguenza che essi
non debbano essere cancellati dai server nei quali sono conservati e ne ha disposto il
blocco, imponendo a Google di sospendere qualunque trattamento.
A sostegno della decisione del Garante si è espresso anche l'
Adoc, attraverso il presidente
Carlo Pileri: "Apprezziamo l'intervento del Garante su Google Street View, l'Adoc aveva da tempo messo in dubbio la procedura adottata dall'azienda americana sulla raccolta dati. Sarebbe stato più opportuno e corretto, da parte di Google, avvisare previamente le autorità italiane sul suo sistema di raccolta. L'Adoc, ad ogni modo, è pronta a costituirsi come parte civile in un'eventuale azione giudiziaria contro Google".