Domani
11 maggio 2011 Roma sarà distrutta da un terribile
terremoto che raderà al suola la città eterna. Non ci sono riusciti i romani, non ci sono riusciti i barbari, nà© due guerre mondiali, e nemmeno l'incuria e il disamore per cotanta meraviglia artistica e architettonica, ma un terremoto predetto più di trent'anni fa da
Raffaele Bendandi dovrebbe mettere la parola fine ad una delle città più antiche del mondo.
Quella del sismologo autodidatta Bendandi è la profezia di uno dei due terremoti che colpiranno la capitale a poca (relativamente) distanza l'uno dall'altro: il primo infatti è quello che si verificherà domani, il secondo tra poco meno di un anno, cioè tra il 5 e il 6 aprile 2012.
In realtà questa predizione non sarebbe altro che una "
bufala", in quanto non esisterebbe nessun documento scritto lasciato da Bendandi in cui si parla dei due sismi.
Lo stesso capo della Protezione Civile
Franco Gabrielli esclude il ogni pericolo per la città e per i cittadini. E a confermare ulteriormente la falsità della notizia è intervenuto direttamente l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia che in un comunicato afferma: "I ricercatori Concetta Nostro (fisico), Alessandro Amato (Dirigente di Ricerca) e Giulio Selvaggi (Direttore del Centro Nazionale Terremoti – CNT) hanno chiarito i termini dell'improbabile previsione. L'origine della
profezia relativa al terremoto dell'11 p.v. viene attribuita allo studioso autodidatta faentino Raffaele Bendandi ma, ha sottolineato il sismologo Amato, fra le sue carte custodite presso l'Osservatorio di Faenza non c'è
nessuna traccia di questo evento. Di certo Raffaele Bendandi era un sostenitore delle ipotesi secondo cui gli allineamenti planetari possono scatenare dei terremoti là dove si accumulano
tensioni geodinamiche nella crosta terrestre.
Dunque è probabile, ha proseguito Amato, che qualcuno abbia associato queste credenze di Bendandi al fatto che nei prossimi giorni ci sarà un, sia pure non perfetto,
allineamento planetario tra Giove, Venere, Marte, Mercurio, Saturno e la Terra. Tuttavia un' analisi statistica sui precedenti allineamenti planetari dimostra l'inconsistenza di questa ipotesi.
Per la strada della prevenzione sismica, attualissima dunque è la riflessione fatta più di un secolo fa dal grande sismologo
Giuseppe Mercalli, (l'ideatore della scala empirica per misurare l'intensità dei terremoti), il quale disse: possiamo dire dove si verificheranno i futuri terremoti in Italia, quali sono le regioni più a rischio, ma non quando.
L'unico modo per difendersi dai sismi, hanno spiegato gli studiosi dell'
INGV è affidato alla prevenzione, ed è prioritario in Italia sviluppare quel progetto di consolidamento del patrimonio edilizio, a partire dagli
edifici sensibili (ospedali, scuole, prefetture…) che è stato annunciato più volte dai governi ma mai realizzato, eccetto per la Legge n.77 del 24 giugno 2009 dove sono stati stanziati circa un miliardo nei sette anni che vanno dal 2010 al 2016.
Oggi nei Paesi più sviluppati, cioè quelli che hanno adottato politiche di prevenzione, la percentuale delle vittime è di un ordine di grandezza inferiore a quello dei Paesi in via di sviluppo. L'Italia purtroppo si avvicina di più a quei Paesi in via di sviluppo sotto il profilo della vulnerabilità sismica. Ma c'è anche un modo positivo di affrontare la giornata del rischio sismico virtuale, che l'INGV ha voluto chiamare "
Open day" della sismologia. Come ha spiegato Concetta Nostro, l'INGV aprirà le sue porte a tutti i cittadini romani che potranno discutere con i sismologi, assistere a dimostrazioni didattiche che spiegano come nasce un terremoto e quali effetti ha sul territorio e sulle opere civili, guardare filmati su questi temi, visitare la sala sismica dove si registrano, istante per istante, i terremoti in corso (oltre 30 al giorno in Italia e nel Mondo) .