Siamo portati a pensare che i motori di ricerca siano (quasi) onnipotenti e abbiano catalogato tutti i siti esistenti, anche quelli di poca importanza per il grande pubblico della Rete. Invece non è affatto così. Ci sono
migliaia di siti che non sono indicizzati dai motori di ricerca perché non sono rintracciabili. Per indicare questo web "nascosto" si usano spesso le espressioni
deep web e dark web: la prima indica genericamente i siti e le pagine non indicizzati, tra cui troviamo ad esempio le normali Intranet aziendali, la seconda che ha una
connotazione più negativa della prima perché di solito indica siti che ospitano attività criminali.
L'associazione tra dark web e criminalità non è del tutto corretta. Innanzitutto perché i criminali, informatici e non, sono abbastanza abili da usare anche il web che conosciamo e frequentiamo tutti, se serve ai loro scopi. Inoltre, nel dark web ci sono moltissimi siti
in cui non succede nulla di criminale o illecito, semplicemente chi li gestisce e chi li usa non vuole essere identificato per questioni di privacy o perché si connette da zone del mondo in cui c'è una forte censura su certi tipi di comunicazione.
D'altro canto è innegabile che una buona fetta dei siti del dark web ospita effettivamente attività poco lecite. Si tratta soprattutto di
marketplace dove acquistare un po' di tutto: dai medicinali alle armi, dai documenti contraffatti ai servizi per il riciclaggio di criptovalute, sino a servizi di hacking ostile su commissione. È in questi marketplace che chi si occupa di sicurezza informatica spesso trova documenti e dati sensibili (come quelli legati alle carte di credito)
sottratti alle aziende e ai singoli utenti attraverso violazioni dei loro sistemi.
Acquistare prodotti e servizi sul dark web non è come comprare su Amazon. Al di là del fatto che la "merce" è illegale, una transazione in cui
venditore e acquirente saranno sempre anonimi - si paga in criptovalute come Bitcoin anche per questo - ha una certa probabilità di non andare a buon fine. E chi pensa di aver trovato nel dark web un mercato nero digitale a cui attingere a piene mani senza rischio,
meglio che ci pensi bene. Entrare nel dark web non è difficile - altrimenti non lo spiegheremmo qui, tra l'altro - quindi lo sanno benissimo fare anche le autorità.
La navigazione nel dark web
I siti nascosti del dark web non si possono visitare con un normale browser. Per accedervi
bisogna utilizzare la rete anonima Tor e quindi l'omonimo browser, che
è disponibile ormai per tutte le principali piattaforme. La rete Tor è diversa dall'Internet pubblica e si basa su un certo numero di nodi volontari interconnessi: il nostro traffico entra in un nodo,
rimbalza in modo casuale tra un certo numero di nodi e alla fine "esce" dalla rete Tor per raggiungere il server del sito di destinazione.
Il punto chiave della rete Tor è che
rende di fatto anonima la nostra navigazione, perché il nostro traffico dati è cifrato per tutti i passi nella rete Tor e il nostro indirizzo IP viene celato. Per questo il browser Tor è utile non solo per il dark web ma anche per chi vuole navigare il web classico ugualmente in maniera anonima (ma attenzione, molti siti leciti bloccano il traffico Tor). Lo svantaggio della privacy è che la struttura della rete Tor rende la navigazione
davvero molto lenta, se paragonata a quella delle connessioni tradizionali.
Un sito del dark web non ha un indirizzo (URL) come quelli a cui siamo abituati normalmente: nella gran parte dei casi è incomprensibile (come deepdot35wvmeyd5.onion - .onion è il suffisso associato alle pagine destinate al browser Tor), impossibile da ricordare e
rischia anche di cambiare senza preavviso, quando chi gestisce il sito decide che è meglio "cambiare aria" e spostare tutto digitalmente altrove. Questo, unito al fatto che il dark web ha pochi motori di ricerca funzionali, rende difficile orientarsi, specie per i neofiti.
È un po'
come fare un salto nel passato alla fine degli anni Novanta, quando per rintracciare siti interessanti si visitavano i siti "pagine gialle" come Yahoo! prima maniera. Nel dark web si possono usare aggregatori come The Hidden Wiki o siti di news come DeepDotWeb, per costruire man mano una propria raccolta di pagine interessanti.
Ma, in definitiva,
perché farlo? Perché approfondire la conoscenza del dark web? Soprattutto perché contiene molte informazioni potenzialmente utili, come accade d'altronde nel web normale. Soprattutto chi si occupa di cyber security dovrebbe abituarsi a visitare periodicamente il dark web, in modo da
avere il polso della situazione per quanto riguarda le attività più "gettonate" dai criminali informatici. Anche chi non si occupa di sicurezza per lavoro ma è
genericamente attento ai temi della privacy e della sicurezza personale può trovare nel dark web informazioni - e soprattutto discussioni - interessanti in merito.