Sino a qualche tempo fa è rimasta allo stato di tecnologia esoterica o di progetto pilota o dimostrativo. Ma ora si prepara a diventare qualcosa di molto più interessante, anche grazie ai fondi UE. Parliamo del
LiFi, ossia la comunicazione dato utilizzando
impulsi luminosi e non radio. Non è esattamente qualcosa di nuovo, dato che se ne parla da molti anni. Ma l'impegno di diverse aziende di nome, e soprattutto gli
stanziamenti UE, possono cambiare le carte in tavola.
Tecnologicamente parlando, LiFi non è nulla di particolare. Già da tempo si sa che è possibile utilizzare le sorgenti luminose come mezzo di comunicazione. In anni recenti, lo sviluppo delle
tecnologie LED ha ulteriormente semplificato questo approccio. Esistono già sistemi di illuminazione per uffici che possono emettere
onde luminose ad alta frequenza e usarle come canale di trasmissione dati. La frequenza è talmente elevata che l'occhio umano non percepisce questo "sfarfallio" e vede solo l'illuminazione standard. Un sensore collegato ad un PC può invece percepirla e demodulare di conseguenza i segnali dati.
Se non abbiamo ancora visto soluzioni LiFi pubblicizzate sul mercato è perché
non interessa a molti. Non a molti produttori, perché richiede di avere competenze sia di illuminotecnica sia di IT. Non ai potenziali utenti, perché c'è già il WiFi che svolge
la stessa funzione. In realtà le due tecnologie possono essere
complementari. Ed è proprio su questa complementarietà che punta il nuovo
consorzio Eliot, nato nell'ambito delle iniziative Horizon 2020.
Eliot: LiFi e IoT
Le aziende che fanno parte del consorzio Eliot vedono il LiFi come una tecnologia interessante per il mondo Internet of Things. Eliot sta infatti per
Enhance Lighting for the Internet of Things. A significare che il LiFi potrebbe essere la base per ambienti IoT in cui il WiFi è inadeguato. L'Unione Europea, che
ha stanziato quasi
sei milioni di euro per il progetto, ritiene ad esempio che le soluzioni cosiddette VLC (Visible Light Communication, comunicazione a luce visibile) possano sostituire il WiFi là dove non c'è abbastanza spettro radio disponibile o dove le comunicazioni radio non sono permesse.
Il principale obiettivo di Eliot è sviluppare una
architettura di riferimento aperta per soluzioni IoT basate su LiFi. Parallelamente, l'intenzione è anche spingere la
standardizzazione di LiFi presso i vari organismi preposti (IEC, IEEE, ITU...). Infine, definire una roadmap plausibile per lo sviluppo LiFi-IoT a medio-lungo termine.
Il progetto è triennale e vede coinvolte diverse aziende europee molto note. Tra di esse troviamo
Osram e
Philips (o meglio
Signify) per l'illuminotecnica,
Nokia per il networking,
BMW e
ThyssenKrupp per l'Industrial IoT,
Deutsche Telekom e
KPN come operatori. Il contributo privato per Eliot è di circa 1,5 milioni di euro, che vanno ad aggiungersi ai contributi UE per un totale di 7,35 milioni di euro.