A sorpresa,
Google Drive si rivela nuova meta per i pirati informatici, che possono così depositare e prelevare contenuti in barba ai diritti d'autore.
E' ciò che si evince dalla massiccia richiesta di rimozione di contenuti arrivata da una serie di studi hollywoodiani e da altri legittimi detentori di copyright inviata al colosso di Mountain View.
In totale si parla di
quasi 5mila richieste relative a file conservati proprio nel celebre servizio di memorizzazione cloud e riguardanti solo gli ultimi trenta giorni.
Google Drive è dunque diventato un servizio di storage a cui si arriva da
Pirate Bay, tanto che, ogni richiesta di rimozione spiccata in base al
Dmca, il Digital Millennium Copyright Act (legge statunitense sul diritto d’autore),
contiene una dozzina di file parcheggiati su Drive.Filtri e difese di Big G sembrano essere pressochè inutili, visto che chi condivide materiali in quel modo camuffa i file.
Per esempio, spesso si tratta di link vuoti con un video
YouTube incorporato. Si tratta frequentemente di documenti sciolti e non categorizzati, che poi vengono distribuiti tramite link diffusi nei forum, via
Facebook o, appunto, su siti come
Pirate Bay.Servizi come
DropBox o
OneDrive o addirittura la piattaforma
Mega di Kim Dotcom hanno fatto registrare
poche centinaia di richieste di rimozione rispetto alle quasi 5mila di Google Drive.
Anche altri servizi sui quali non c’è alcun filtro, come
My Maps, vengono utilizzati per condividere link a film, musica, software e altri contenuti.
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