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Facebook: esposti i dati di mezzo miliardo di utenti

I dati privati degli utenti del social network sono stati resi disponibili sui server cloud di Amazon, accessibili a chi non aveva nessun diritto di vederli.

Autore: Redazione BitCity

Pubblicato il: 05/04/2019

Ancora problemi di privacy per Facebook. Sarebbero circa 540 milioni i record violati e lasciati alla mercé di internet. Secondo quanto riportato da Bloomberg, UpGuard, azienda specializzata in sicurezza informatica, avrebbe scoperto che la piattaforma digitale di Città del Messico Cultura Colectiva avrebbe memorizzato senza protezione dati di 540 milioni di utenti Facebook, all'interno di un archivio da 146 GB salvato in un server cloud di Amazon.
 "Ancora una volta un data breach colossale ci dimostra che troppo poco viene fatto per proteggere i dati degli utenti", dichiara Hassan Metwalley, CEO di Ermes Cyber Security. "Ad un anno da Cambridge Analytica, una simile catastrofe mostra come, soprattutto il mondo dei social network, sia ancora lontano dall'essere sicuro, mettendo in pericolo i dati di privati ma anche quelli delle aziende, direttamente o indirettamente. Il database di Cultura Colectiva contiene numeri identificativi, commenti, reazioni e nomi usati per l'account, dati che ora potrebbero essere utilizzati anche dagli hacker per inviare mail di phishing targettizzate (chiamate in gergo "Spear Phishing"), quindi cucite sull'utente stesso, sui suoi interessi, esperienze passate, connessioni familiari".
Incubo ricorrente del navigatore del web distratto, il phishing consiste nell'invio da parte di hacker e malintenzionati di comunicazioni fraudolente atte a sottrarre dati sensibili o denaro, e avviene nella maggior parte dei casi tramite l'invio di messaggi di posta elettronica o sms che simulano comunicazioni da parte di enti, istituti bancari o provider noti all'utente per invitarlo ad aprire un collegamento che riporta a siti trappola o ad aprire un allegato contenente un malware. Gli attacchi di phishing mirato possono avere percentuali di successo dieci volte maggiori rispetto a quelli non personalizzati.
La startup, nata come spin-off del Politecnico di Torino e incubata presso I3P - Incubatore di Imprese del Politecnico di Torino, ha sviluppato Ermes Internet Shield, una piattaforma brevettata in grado di identificare automaticamente i pericoli del web e proteggere completamente ogni dispositivo aziendale durante la navigazione su Internet.

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