Coerentemente con la ripresa delle erogazioni, nel primo semestre 2021
sono tornate a crescere in modo deciso le frodi creditizie perpetrate mediante furto di identità (+8,7% rispetto al 2020). Sono stati ben
12.197 i casi di illecito utilizzo di dati personali e finanziari per ottenere credito o acquisire beni con l’intenzione premeditata di non rimborsare il finanziamento e non pagare il bene. Questi alcuni dei risultati principali dell’ultimo aggiornamento dell’
Osservatorio sulle Frodi Creditizie e i furti di identità realizzato da CRIF –
MisterCredit.
Nello specifico, lo studio
evidenzia come, nel semestre di riferimento,
il danno stimato abbia superato i 63 milioni di Euro, in lieve calo rispetto ai 65 milioni circa del 2020 ma solamente perché le organizzazioni criminali si sono orientate su finanziamenti fraudolenti di importo più contenuto,
con un valore medio che si è attestato a 5.168 Euro contro i 5.792 Euro dell’anno precedente.
Rispetto al passato
si rileva una predominanza di casi di frode con un importo compreso tra i 1.500 e i 3.000 Euro, che spiegano il 13,6% del totale, seguito da quelle tra 5.000 e 10.000 Euro, con il 12,1%, e da quelle di valore inferiore ai 1.500 euro, con il 12%. Da segnalare, però una crescita del +13,2% delle frodi con importo tra i 10.000 e 20.000 euro e del +14,6% per quelle al di sopra dei 20.000 Euro, che complessivamente rappresentano una quota intorno al 20%.
Secondo l’Osservatorio
CRIF – Mister Credit emerge ancora una volta la maggioranza delle vittime è rappresentata da uomini, nel 64,1% dei casi.
La classe di età in cui si concentra il maggior numero di casi è quella compresa tra i 18 e i 30 anni (con il 24,2% del totale), malgrado in questa fascia di popolazione il ricorso al credito sia decisamente inferiore rispetto ad altri segmenti più maturi. Tra le altre fasce di popolazione più colpite dal fenomeno, i consumatori di età compresa tra 41 e 50 anni spiegano il 22,7% del totale (a fronte di un balzo del +4,1% rispetto alla precedente rilevazione), seguiti da quelli tra 31 e 40, con il 22,4%.
In merito alla tipologia del contratto di lavoro è emerso che
quasi in 2 casi su 100 delle pratiche di finanziamento di lavoratori dipendenti è risultata non conforme (l’1,89% del totale per la precisione), mentre per i lavoratori autonomi l’incidenza è addirittura pari al 2,7%. Riguardo la
regione di residenza delle vittime, la ripartizione delle frodi per regione mostra una
maggiore incidenza dei casi in Campania (con quasi 1.900 casi), Lombardia (oltre 1.500), Sicilia (circa 1.400) e Lazio (più di 1.300). Si tratta delle stesse regioni che anche nel I semestre 2020 occupavano i primi posti, anche se la Sicilia sorpassa il Lazio. Il maggior incremento rispetto allo scorso anno si registra invece in Calabria (+30,9%) seguita da Puglia (+23,5%) e Campania (+ 12,6%).
Rapportando invece le
frodi rispetto ai volumi di crediti erogati,
la Calabria che scala la classifica passando alla prima posizione, collocandosi davanti a Campania e Sicilia. Balzo in graduatoria per Molise, Puglia, Sardegna e Abruzzo, tutte regioni caratterizzate da una quota di finanziamenti fraudolenti intorno ai 4 casi ogni 1000.
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