Un rapporto
National intelligence estimate (
Nie) pubblicato dal
Washington Post, rivela che gli Stati Uniti sono l’obiettivo di un
massiccio attacco di cyber-spionaggio volto a
minare l’economia del Paese.
Tra le nazioni che tentano di violare i sistemi informatici delle compagnie e delle istituzioni americane, la più aggressiva è la
Cina.
Secondo il Nie, il cyberspionaggio proverrebbe anche da
Russia, Israele e Francia, anche se in maniera minore rispetto al Paese asiatico.
Sembra infatti che i servizi di Pechino e le società private cerchino spesso di
sfruttare i cittadini cinesi che hanno accesso alle reti informatiche di società americane.
Dalla ricerca non si evince però quale sia l’
impatto finanziario di queste azioni, ma c’è chi ha stimato un danno per circa
10 miliardi di dollari.
L’obiettivo principale sarebbero nientemeno che
organizzazioni commerciali legate all’industria militare e una fonte dell’amministrazione di Washington fa sapere che “il cyber-spionaggio è così diffuso da essere ormai diventato una questione di sicurezza nazionale”.
La Casa Bianca, dal canto suo, sta esaminando
varie linee di azione volte a contrastare gli attacchi: tra queste è possibile annoverare proteste formali, espulsioni di personale diplomatico, restrizioni nei visti e proteste presso il
Wto, l'Organizzazione mondiale per il commercio.
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