Avere il
WiFi in volo con prestazioni analoghe al
WiFi di casa è sempre stato il sogno dei viaggiatori. Invece di telefonare con le (esose) tariffe dei telefoni di bordo, si potrebbe chattare. E in generale si potrebbe passare il tempo con le proprie app. Il problema è che sinora
non esisteva un approccio comune alla realizzazione di reti wireless "indoor" per aerei. Sinora, perché adesso una piattaforma comune invece esiste. Promettendo un futuro più interessante per i prossimi voli.
A creare uno standard per il WiFi in volo è stata la
Seamless Air Alliance. Una
associazione fondata da Airbus, Airtel, Delta Air Lines, OneWeb, Sprint. Un gruppo iniziale a cui, nelle intenzioni, dovevano unirsi le aziende che intendono offrire servizi di connettività wireless in aereo. Infatti, la Alliance oggi comprende realtà di
tutti i settori interessati: costruzione di aerei, servizi cellulari, comunicazioni satellitari, linee aeree, progettazione ingegneristica.
La
attuale "squadra" della Seamless Air Alliance vede infatti anche nomi come Virgin Atlantic, Vodafone, Etihad, Inmarsat, Panasonic, Nokia, Air France.
La Seamless Air Alliance ha definito una
architettura di base per il WiFi in volo. L'idea è quella di definire i "mattoncini" di base per il wireless in volo. Lasciando poi alle singole implementazioni la scelta di soluzioni specifiche. In questo modo, tra l'altro, l'architettura è abbastanza elastica da
evolvere senza difficoltà. Quando un componente si può aggiornare con una tecnologia più evoluta, l'architettura lo consente.
La standardizzazione del WiFi in volo promette molti vantaggi. Il primo è per le linee aeree. Invece di progettare installazioni wireless
specifiche per i propri aerei, possono fare riferimento a una architettura predefinita ma non rigida. Il che dovrebbe anche
semplificare le installazioni e ridurne i costi. I vantaggi sono anche per i viaggiatori. Che non dovrebbero più avere esperienze d'uso diverse passando da una linea all'altra. O anche da un aereo all'altro.
L'architettura definita per il WiFi in volo
va, in effetti, oltre il WiFi. La cabina dell'aereo viene considerata come una estensione della rete mobile degli operatori. La copertura interna può essere via WiFi, per le prestazioni che offre. Ma anche via tecnologie mobili come LTE e in futuro 5G. L'obiettivo principale è
garantire una esperienza d'uso fluida, quindi senza un processo di login esplicito alla rete dell'aereo.
L'autenticazione del device al sistema di WiFi in volo comunque esiste, per
ovvie ragioni di sicurezza. Ma anche di fatturazione, altrettanto ovviamente. Dovrebbe però essere del tutto trasparente per l'utilizzatore. Un po' come quando il proprio smartphone passa in roaming su una rete mobile diversa da quella consueta. O dalla copertura di una cella a quella di un'altra.
Le comunicazioni all'interno di un aereo saranno, come accennato, in WiFi o LTE/5G. Dall'aereo a terra avremo invece
comunicazioni satellitari. Le uniche in grado di offrire copertura globale, ad alta quota, per un "veicolo" che si muove a centinaia di chilometri l'ora. Alcuni server a bordo di ogni aereo faranno probabilmente da cache per le applicazioni più popolari o per alcuni servizi. Per
ridurre il carico dei dati realmente in transito da e verso l'aereo stesso.
Ora che uno standard comune c'è, quali saranno i passi successivi per un "nuovo" WiFi in volo? La Seamless Air Alliance su questo
non si sbilancia. Spiega che il suo compito è definire specifiche tecniche e non piani di business. Sta alle linee aeree ed agli operatori interessati muoversi,
con i propri tempi. L'unica ipotesi che si fa al momento è che i membri della Alliance siano quelli che si muoveranno prima. Ma sempre a seconda dei loro piani di sviluppo, si sottolinea.
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