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Kaspersky: 44% dei dipendenti italiani guarda contenuti per adulti dai dispositivi utilizzati per lavoro

Il 44% dei dipendenti italiani (51% a livello globale) che ha dichiarato di guardare più contenuti per adulti da quando lavora da casa, ha anche ammesso di farlo utilizzando gli stessi dispositivi impiegati per svolgere il proprio lavoro.

Autore: Redazione BitCity

Pubblicato il: 06/05/2020

Il lavoro da remoto e la necessità di adattarsi a questa “nuova normalità” hanno iniziato ad avere delle ripercussioni sull’equilibrio tra lavoro e vita privata. Il 33% dei dipendenti italiani (31% a livello globale) ha dichiarato di lavorare più di quanto non facesse prima. Nonostante ciò, esiste un 44% di italiani che dichiara di dedicare più tempo ad attività personali, probabilmente sfruttando il tempo che prima impiegava per recarsi a lavoro. Questo è solo uno dei dati emersi dal nuovo report di Kaspersky How COVID-19 changed the way people work. 
Dal report è emersa anche la difficoltà dei dipendenti di separare la vita professionale da quella personale, soprattutto dal punto di vista informatico. Il 44% degli italiani (51% a livello globale) che ha ammesso di aver guardato più contenuti per adulti durante il lockdown, afferma di averlo fatto sugli stessi dispositivi utilizzati per lavoro, un dato che desta la preoccupazione delle aziende. Di questi, il 6% degli italiani (18% a livello globale) si serve dei dispositivi forniti dal proprio datore di lavoro, mentre il 38% (36% a livello globale) sfrutta i dispositivi personali utilizzati poi anche a scopi lavorativi.
Inoltre, il 66% dei dipendenti intervistati (55% a livello globale), ha dichiarato di leggere più notizie in questo periodo di quanto non facesse prima. Sebbene questo si possa spiegare con la volontà delle persone di rimanere aggiornate sulla pandemia, questa attività viene svolta nel 45% dei casi su dispositivi utilizzati per il lavoro (60% guardando ai numeri a livello globale).
Questa abitudine però può comportare dei rischi per la sicurezza informatica come ad esempio quello di infezioni da malware, per cui è importante che i dipendenti prestino molta attenzione alle risorse web visitate.
Un’altra abitudine dei dipendenti emersa durante il lockdown è quella di utilizzare servizi digitali personali per scopi lavorativicontribuendo all’aumento dei potenziali rischi connessi agli Shadow IT, compresa la divulgazione di informazioni sensibili. Ad esempio, il 43% dei dipendenti italiani utilizza account di posta elettronica personali per questioni di lavoro e il 49% ammette di farne uso con maggiore frequenza da quando lavora da casa. Il 39%, invece, utilizza app di messaggistica personali non approvate dai responsabili IT, e il 68% ha dichiarato di farlo con maggiore frequenza date le nuove circostanze.
"Spesso la praticità di alcuni servizi, riscontrata dai dipendenti, si scontra con le esigenze di business e sicurezza. Le aziende si trovano quindi nella posizione di non poter sempre soddisfare le richieste dei dipendenti di utilizzare alcuni servizi a scopi lavorativi. È necessario trovare un equilibrio tra praticità e esigenze di business. Per fare ciò, le aziende dovrebbero fornire l’accesso a servizi che forniscano soltanto i privilegi minimi necessari, implementare una VPN e utilizzare sistemi aziendali sicuri e approvati. Questa tipologia di software può avere alcune restrizioni che influiscono leggermente sulla usability, ma offrono maggiori garanzie di sicurezza", ha dichiarato Morten Lehn, General Manager di Kaspersky.  

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