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Studio: i videogiochi violenti non rendono i giocatori più aggressivi nella vita reale

Secondo uno studio della City University of London non ci sono prove che i videogiochi violenti conducano alla violenza nella vita reale. Inoltre è improbabile che le politiche che limitano le vendite di questi videogiochi ai bambini riducano gli episodi di violenza sulle persone.

Autore: Redazione BitCity

Pubblicato il: 09/11/2021

I media e il la gente spesso collegano i videogiochi violenti ad atteggiamenti aggressivi nella vita reale, anche se le prove di questo legame sono limitate.  Il dibattito sull'argomento di solito si intensifica dopo massacri e sparatorie di massa, con analisi giornalistiche che collegano questi atti violenti all'interesse dei loroautori per i videogiochi violenti. Alcuni invece individuano altri fattori come i problemi di salute mentale o il facile accesso alle armi da parte degli adolescenti in alcuni paesi come spiegazioni più probabili.  Alla luce di queste affermazioni contrastanti, il presidente Obama ha chiesto nel 2013 più fondi governativi per la ricerca sui videogiochi e la violenza. Ma prima che i governi introducano politiche che limitino l'accesso ai videogiochi, è importante stabilire se i videogiochi violenti inducano effettivamente i giocatori a comportarsi brutalmente nel mondo reale.  
Un nuovo studio di Agne Suziedelyte, docente presso il Dipartimento di Economia della City University of London, fornisce prove degli effetti dei videogiochi violenti sul comportamento aggressivo dei bambini utilizzando dati provenienti dagli USA.  
La ricercatrice ha esaminato gli effetti dei videogiochi violenti su due tipi di violenza: aggressione contro altre persone e distruzione di oggetti o proprietà. Lo studio, pubblicato nel Journal of Economic Behavior & Organization, si è concentrato sui ragazzi americani dagli 8 ai 18 anni - il gruppo più propenso a giocare a questi videogiochi. La ricerca ha utilizzato metodi econometrici che identificano effetti causali plausibili dei videogiochi violenti sull'aggressività, piuttosto che semplici associazioni.  
Secondo la ricerca, il tempo trascorso dai ragazzi a giocare a un nuovo videogioco violento aumenta di 15-20 minuti al giorno (32-39% rispetto alla media), ma solo quattro o cinque mesi dopo l'uscita del gioco. Questi effetti sono più pronunciati tra i ragazzi più grandi (12-18 anni) e i giocatori regolari di videogiochi. 
Al contrario, lo studio non ha trovato alcuna prova che la violenza contro gli altri aumenti dopo l'uscita di un nuovo videogioco violento (come riportato dai genitori). Tuttavia, in alcuni gruppi di bambini (ad esempio quelli più grandi o provenienti da famiglie di basso status socio-economico) i videogiochi violenti aumenterebbero significativamente il comportamento distruttivo. 
"Presi insieme, questi risultati suggeriscono che i videogiochi violenti possono turbare i bambini, ma che questo disturbo non si traduce in violenza contro gli altri - che è il tipo di violenza di cui siamo più preoccupati. Una spiegazione probabile per i miei risultati è che si gioca ai videogiochi a casa, dove ci sono meno opportunità di aggredire gli altri, così come meno opportunità di rivolgere la propria attenzione verso attività che favoriscono atteggiamenti violenti, come bere e fare uso di droghe, e di avere contatti con altri ragazzi. Il meccanismo di sostituzione gioca quindi un ruolo importante. Questo effetto di 'neutralizzazione' è particolarmente importante per i ragazzi inclini a comportamenti aggressivi", sottolinea Agne Suziedelyte.  

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