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Ucraina: gli influencer non parlano della guerra

Da una rilevazione INTWIG solo 1 su 4 dei primi 100 influencer di IG parla di guerra (25%). Tra i primi 100 influencer di Tik Tok la quota scende a poco più di 1 su 10 (14%).

Autore: Redazione BitCity

Pubblicato il: 13/04/2022

Sui social si parla poco della guerra in atto tra Russia e Ucraina: solo il 25% degli influencer su Instagram e solo il 14% su Tik Tok.È quanto emerge dall’analisi dei post pubblicati da influencer sul conflitto russo-ucraino realizzata da INTWIGsocietà di Data-Intelligence per Parole O_Stili, in occasione dell’edizione 2022 del “Festival della comunicazione Non Ostile”, in programma a Trieste dal 29 al 30 aprile e dedicato quest’anno al tema delle Scelte. 
I primi 100 top influencer presi in esame nel periodo compreso tra il 24 febbraio e il 21 marzo 2022, si sono esposti poco sul conflitto, condannando la guerra ed esprimendo il proprio sostegno al popolo ucraino con messaggi e azioni di solidarietà, come le sorelle Ferragni che hanno dedicato un solo post nel periodo di analisi invitando i loro follower a fare donazioni.

INSTAGRAM: POLITICI E SPORTIVI SUL PODIO
Nello specifico, su Instagram i 25 top influencer che hanno parlato di guerra hanno pubblicato 130 tra post e reel sul tema contro i 530 dedicati ad altri argomenti. Primo della lista Matteo Salvini che ha dedicato il 70% dei suoi contenuti del periodo al conflitto russo ucraino, seguito da Mara Venier (35%), Federico Bernardeschi (33%), e Luciana Littizzetto (29%). Anche le performance dei post/reel (dall'analisi sono esclusi tutti i contenuti pubblicati attraverso le Stories) sono state considerevolmente differenti: l’engagement rate medio di ciascuno dei 130 post sulla guerra è stato di 118 mila interazioni (-102%), rispetto alle 240 mila interazioni per i post/reel dedicati ad argomenti generici.
L’influencer Khaby Lame  (primo per numero di fan con oltre 73 milioni di follower)  ha ottenuto l’engagement rate maggiore con due dei suoi post (6,6 milioni e 3,2 milioni di interazioni), seguito dai Maneskin (660 mila interazioni) e da Giorgio Chiellini (384 mila interazioni). 

TWITTER: IN UN MESE DECREMENTO DEL -55%
Su Twitter sono 7,3 i milioni di tweet rilevati nel periodo indicato con una significativa diminuzione tra la data di inizio del conflitto (468 mila tweet) e il 21 marzo (212 mila): un calo del 55% in meno di un mese. Di questi solo 1 su 5 contiene immagini e in meno di 1 su 10 appare un video.
Tra i primi 20 influencer che hanno parlato di guerra, sul podio: Papa Francesco, Laura Pausini e Matteo Renzi. Seguono: Giorgio Chiellini, Claudio Marchisio, J-Ax, Roberto Saviano, Alessia Marcuzzi, Alessandra Amoroso, Marco Travaglio.
 

TIK-TOK: MENO POST MA PIU’ ENGAGEMENT MEDIO
Situazione simile su Tik-Tok: solo il 14% dei top 100 influencer ha parlato del tema per un totale di 25 post contro 382 di altro contenuto. Pur essendo un social con un target prettamente giovanile, a differenza di Instagram, i contenuti prodotti sul tema guerra hanno ottenuto un engagement rate medio più elevato rispetto a quelli legati ad altri contenuti: ogni post sul conflitto ha mediamente 211 mila interazioni (+38%), rispetto alle 132 mila registrate dagli altri contenuti.
Anche su Tik-TokKhaby Lame è stato l’influencer ad avere ottenuto più visualizzazioni con i due post sulla guerra, rispettivamente 2,6 milioni e 688 mila (gli stessi pubblicati anche su IG). Lo seguono Drew Nori (647 mila interazioni) Vincenzo Tedesco (334 mila).

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