Veeam rivela i risultati del Ransomware Trends Report 2023: la cyber insurance sta diventando troppo costosa e il 21% delle organizzazioni non è in grado di recuperare i propri dati dopo aver pagato il riscatto.
Autore: Redazione BitCity
Pubblicato il: 29/05/2023
Le organizzazioni di tutte le dimensioni sono sempre più spesso vittime di attacchi ransomware e non si proteggono adeguatamente da questa crescente minaccia informatica. Secondo il nuovo Veeam 2023 Ransomware Trends Report, un'organizzazione su sette vedrà colpiti quasi tutti i dati (>80%) a seguito di un attacco ransomware, evidenziando una significativa lacuna nella protezione.
Veeam Software, leader nella Data Protection e nel Ransomware Recovery, ha rilevato che gli aggressori prendono quasi sempre di mira i backup (93%+) durante gli attacchi informatici e riescono a indebolire la capacità di recupero delle vittime nel 75% dei casi, sottolineando l’importanza dell'immutabilità e dell'air gapping per garantire la protezione dei repository di backup.
Il Veeam 2023 Ransomware Trends Report riporta i dati di 1.200 organizzazioni colpite e di quasi 3.000 attacchi informatici, rendendolo uno dei più completi studi di settore. L'indagine esamina gli elementi chiave di questi incidenti, il loro impatto sugli ambienti IT e le misure adottate o necessarie per implementare strategie di protezione dei dati che garantiscano la resilienza aziendale. Questa ricerca comprende quattro diversi ruoli coinvolti nella preparazione e/o mitigazione delle minacce informatiche, tra cui professionisti della sicurezza, CISO o dirigenti IT, professionisti delle operazioni IT e amministratori di backup.
Il pagamento del riscatto non garantisce il recupero dei dati
Per il secondo anno consecutivo, la maggioranza (80%) delle organizzazioni intervistate ha pagato il riscatto per porre fine a un attacco e recuperare i dati, con un aumento del 4% rispetto all'anno precedente, nonostante il 41% abbia una politica "Do-Not-Pay". Tuttavia, mentre il 59% ha pagato il riscatto ed è riuscito a recuperare i dati, il 21% ha pagato il riscatto ma non è riuscito a recuperare i propri dati. Inoltre, solo il 16% delle organizzazioni ha evitato di pagare il riscatto perché è riuscito a recuperare i dati dai backup. Purtroppo, la statistica globale delle organizzazioni in grado di recuperare i dati da sole senza pagare il riscatto è in calo rispetto al 19% dell'indagine dello scorso anno.
Per evitare di pagare il riscatto, i backup devono sopravvivere
In seguito a un attacco ransomware, i responsabili IT hanno due possibilità: pagare il riscatto o ripristinare i dati attraverso il backup. Per quanto riguarda il ripristino, la ricerca rivela che in quasi tutti gli eventi informatici (93%) i criminali tentano di attaccare i repository di backup, con il risultato che il 75% perde almeno una parte dei repository di backup durante l'attacco e più di un terzo (39%) dei repository di backup va completamente perso.
Attaccando la soluzione di backup, gli aggressori eliminano l'opzione di recupero e obbligano essenzialmente a pagare il riscatto. Sebbene le best practice, come la protezione delle credenziali di backup, l'automazione delle scansioni di rilevamento informatico dei backup e la verifica automatica del ripristino dei backup, siano utili per proteggersi dagli attacchi, la tattica chiave consiste nel garantire che gli archivi di backup non possano essere eliminati o danneggiati. A tal fine, le aziende devono concentrarsi sull'immutabilità. La buona notizia è che, in base alle lezioni apprese da chi ha subito un attacco, l'82% utilizza cloud immutabili, il 64% dischi immutabili e soltanto il 2% degli intervistati dichiara di non avere l'immutabilità in almeno un livello della propria soluzione di backup.
Evitare di essere infettati di nuovo durante il ripristino
Quando è stato chiesto agli intervistati in che modo assicurano che i dati siano "puliti" durante il ripristino, il 44% degli intervistati ha effettuato una forma di controllo isolato per analizzare nuovamente i dati dagli archivi di backup prima di reintrodurli nell'ambiente di produzione. Purtroppo, ciò significa che la maggior parte delle organizzazioni (56%) corre il rischio di infettare di nuovo l'ambiente di produzione perché non dispone di un mezzo per garantire la pulizia dei dati durante il ripristino. Ecco perché è importante eseguire una scansione approfondita dei dati durante il processo di ripristino.
Altri risultati significativi del Veeam 2023 Ransomware Trends Report includono:
Il Veeam 2023 Ransomware Trends Report è disponibile per il download all'indirizzo https://www.veeam.com/ransomware-trends-report-2023.