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Da “vacancy” a “esposar”: i “falsi amici” linguistici più insidiosi da evitare per flirt estivi senza pensieri

La guida degli esperti di Babbel per evitare spiacevoli malintesi durante l’estate

Autore: Redazione BitCity

Pubblicato il: 02/08/2023

L’idea di poter vivere un flirt durante una spensierata vacanza in un paese straniero è sicuramente un classico dell’estate che risveglia l’indole romantica di moltissimi viaggiatori e viaggiatrici.

Per fare bella figura con la persona che si vuole conquistare è però fondamentale evitare di cadere vittima dei cosiddetti “falsi amici” linguistici (o “false friends”): molti termini stranieri potrebbero assomigliare, per morfologia e fonetica, a termini italiani ma nascondere, in realtà, un significato ben diverso. Il rischio è dunque quello di diventare involontariamente protagonisti di situazioni imbarazzanti e gaffes e di incorrere in malintesi e incomprensioni!

Per favorire la comprensione reciproca ed evitare tali fraintendimenti, gli esperti di Babbel, la piattaforma per l’apprendimento delle lingue che offre lezioni su app e live, hanno identificato alcune delle coppie di parole più ingannevoli legate all’estate e agli amori estivi in giro per il mondo.

“I flirt spesso portano le persone ad uscire dalla propria zona di comfort, rendendole particolarmente vulnerabili ed insicure; in queste situazioni si rischia dunque di fare delle "figuracce" dovute alla tensione emotiva. Questo vale ancora di più per le relazioni amorose con persone provenienti da altri Paesi del mondo: in questi casi il fatto di non condividere la medesima lingua o lo stesso background culturale fa sì che si possano creare ulteriori momenti di imbarazzo” ha commentato Sara Grippo, Principal Learning Content Strategist di Babbel. “D’altro canto, è bello anche saper ridere insieme di tali incomprensioni che, quando innocue, possono servire per rompere il ghiaccio”.

“Falsi amici” estivi: vacanza italiana, brodo spagnolo e soffitta inglese
Mare, sole, vacanze… tutte parole ricorrenti durante la stagione estiva. Ma ci sono alcuni termini simili, se non addirittura omografi, nelle diverse lingue, di cui è bene diffidare:

  • Estate (sostantivo inglese) ed estate (sostantivo italiano): queste due parole possono creare confusione poiché, nello scritto, risultano identiche. Tuttavia, la loro pronuncia e il significato cambiano radicalmente in base alla lingua: se in italiano la parola designa infatti la stagione più calda dell’anno, in inglese identifica la “proprietà immobiliare”. All’“estate” italiana corrisponde invece l’inglese “summer”.
  • Vacancy (sostantivo inglese) e vacanza (sostantivo italiano): il termine “vacancy” richiama alla memoria degli italofoni il concetto di “vacanza” inteso come momento di riposo e di chiusura delle attività. In realtà, però, questo sostantivo inglese si traduce in italiano con “posto vacante, libero”, mentre “vacation” o “holiday” sono i corrispettivi corretti (rispettivamente in inglese statunitense e britannico) per “vacanza”.
  • Attic (sostantivo inglese) e attico (sostantivo italiano): se si vuole invitare qualcuno ad una festa estiva in un meraviglioso attico con vista panoramica, bisogna stare attenti a non improvvisare con la traduzione: la parola inglese “attic”, infatti, si riferisce ad un altro luogo: la soffitta. Per dire “attico” in inglese occorre utilizzare la parola “penthouse” o “loft”.
  • Caldo (sostantivo spagnolo) e caldo (aggettivo italiano): l’aggettivo “caldo” è uno dei più utilizzati in italiano per descrivere l’elevata temperatura delle giornate estive. Attenzione però a non confondersi con l'omonimo spagnolo “caldo”: quest’ultimo, infatti, si traduce in italiano con il termine “brodo”, mentre per dire “caldo” in spagnolo si utilizza l’aggettivo “caliente”.
  • Kalt (aggettivo tedesco) e caldo (aggettivo italiano): altro aggettivo che può trarre in inganno è il tedesco“kalt”, che sebbene richiami foneticamente l’italiano “caldo”, si traduce letteralmente con l’aggettivo opposto – ovvero “freddo” (“caldo” in tedesco è “warm”).
  • Limon (sostantivo francese) e limone (sostantivo italiano): un’altra parola insidiosa per chi parla italiano è "limon" che fa immediatamente pensare all’agrume. Attenzione, però: il limone in francese viene chiamato “citron”, e chiedere un “limon” a un fruttivendolo in Francia equivale a chiedere…del fango.
  • Mare (sostantivo francese) e mare (sostantivo italiano): se si dice in Francia che il proprio hotel è situato vicino al “mare”, si intende che si trova nei pressi di uno stagno. La meta prediletta per le vacanze estive si traduce invece in francese con il termine “mer”.

“Falsi amici” nel dating: da “winken” tedesco all’“appointment” francese

Dalla richiesta di un appuntamento alla consegna di un regalo, è bene conoscere alcuni “falsi amici” romantici che potrebbero dare vita a gaffes imbarazzanti:

  • Esposar (verbo spagnolo) e sposare (verbo italiano): il verbo spagnolo “esposar” è causa di molti equivoci per chi parla italiano: nonostante si possa facilmente confondere con il verbo “sposare”, il vero significato è “ammanettare”. La traduzione corretta in spagnolo di “sposare” è “casarse”.
  • Embarazada (aggettivo spagnolo) e imbarazzata (aggettivo italiano): ad una prima lettura, il significato dell’aggettivo “embarazada” sembra essere evidente e verrebbe quasi naturale utilizzarlo dopo una figuraccia per trarsi d’impaccio. In realtà, nel contesto sbagliato l’utilizzo del termine potrebbe essere motivo di ulteriore imbarazzo: in spagnolo “embarazada” significa “incinta”. “Estoy avergonzado/a” è la giusta espressione per dire che si è imbarazzati.
  • Nudo (sostantivo spagnolo) e nudo (aggettivo italiano): il termine spagnolo “nudo” potrebbe essere confuso con l'omonimo italiano “nudo”, ovvero “privo di vestiti”, ma la traduzione letterale è, invece, “nodo, intreccio”. Essere nudi si dice invece “estar desnudos”.
  • Data (sostantivo spagnolo) e data (sostantivo inglese): per chiedere ad una persona un appuntamento romantico in spagnolo si usa il termine “data” che può essere frainteso dagli inglesi (e dagli italiani che la utilizzano per indicare un giorno specifico nel calendario). La parola “data” in inglese viene impiegata per descrivere le statistiche raccolte per svolgere delle analisi o degli studi, uno scenario ben lontano da quello di uno spensierato incontro romantico! Il sostantivo corretto per chiedere un appuntamento in inglese è “date”.
  • Appointement (sostantivo francese) e appuntamento (sostantivo italiano): gli equivoci per chiedere un appuntamento continuano in altre lingue. Sebbene, infatti, la parola francese “appointement” assomigli alla parola italiana “appuntamento” (sia nella pronuncia sia nella grafia) non bisogna cadere in inganno: “appointement” vuol dire “stipendio”. Per non sbagliare, meglio chiedere un “rendez-vous”!
  • Winken (verbo tedesco) e wink (verbo inglese): il verbo tedesco “winken” può confondere non poco gli inglesi. Il verbo “wink” in inglese coincide con il verbo “ammiccare, fare l’occhiolino”, mentre il termine tedesco “winken” si riferisce all'azione molto più innocente di “salutare con un cenno”. Per dire “ammiccare” in tedesco, si utilizza il verbo “zwinkern”.
  • Preservative (sostantivo inglese) e preservativo (sostantivo italiano): la parola “preservative” rientra senza dubbio nella classifica delle parole connesse alla sfera romantica più fraintese. Non si tratta infatti della parola italiana per indicare il metodo contraccettivo; se una marmellata è piena di “preservatives”, non deve suscitare ilarità o disgusto: si sta infatti parlando di additivi e conservanti. La parola “preservativo” si traduce con il termine inglese “condom”.
  • Gift (sostantivo tedesco) e gift (sostantivo inglese): per fare una bella impressione su una persona conosciuta da poco, un regalo è di sicuro un’ottima idea. Gli inglesi però devono stare attenti a non usare la parola “gift” in Germania; mentre la parola “gift” in inglese significa “regalo”, in tedesco l’omografa “Gift” si traduce con “veleno” o “tossina” (la parola “arsenico-free” per “regalo” è “Geschenk”). Particolarmente curioso è anche il fatto che in danese la parola “gift” assuma un doppio significato: oltre ad indicare una sostanza velenosa, come in tedesco, essa viene utilizzata anche per dire “sposarsi” (“at blive gift”).


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