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Ricerca Asus: 1 italiano su 2 non sa riconoscere una mail di phishing sul lavoro

7 aziende su 10 dichiarano di essere preoccupate di ricevere attacchi hacker e quasi il 50% ne ha subiti negli ultimi tre anni. La formazione è sempre più necessaria per educare alla sicurezza informatica.

Autore: Redazione BitCity

Pubblicato il: 19/03/2025

La cyber security è un tema molto rilevante per le piccole e medie imprese italiane, infatti, come sottolinea l’Osservatorio ASUS Business realizzato in collaborazione con Research Dogma, l’83% delle aziende intervistate considera la sicurezza informatica una priorità strategica. Questo dato si scontra tuttavia con una realtà molto diversa: la metà dei dipendenti non riesce a riconoscere una mail di phishing, esponendo così l’azienda ad attacchi hacker.

La digitalizzazione sta trasformando il mondo del lavoro, ma con essa crescono anche le minacce informatiche. Le PMI italiane sono sempre più consapevoli dell’importanza della cybersecurity, ma molte di loro faticano ancora a implementare le misure necessarie per proteggersi. Secondo l’Osservatorio, l’83% delle PMI riconosce la sicurezza informatica come una priorità strategica, ma solo il 55% ha adottato strumenti e strategie adeguate a proteggere dati e sistemi aziendali.

Negli ultimi tre anni, oltre la metà delle PMI (53%) ha subito almeno un evento critico legato alla sicurezza informatica e il 20% ha affrontato più di un episodio rilevante. Il problema non riguarda solo gli attacchi esterni - che rappresentano circa due terzi degli incidenti segnalati - ma anche blocchi delle attività aziendali derivanti da guasti interni o eventi esterni. Il caso di CrowdStrike, che ha paralizzato milioni di aziende in tutto il mondo, è un esempio concreto di quanto la business continuity possa essere compromessa da eventi imprevisti.

Oltre agli attacchi informatici, si registrano anche furti fisici di dotazioni informatiche: il 5% delle PMI ha subito episodi di sottrazione di laptop, server o altri dispositivi aziendali, con conseguenze sulla sicurezza dei dati.

Uno degli aspetti più rilevanti emersi dalla ricerca riguarda il coinvolgimento diretto dei collaboratori negli incidenti di sicurezza. Il 68% delle PMI che ha subito attacchi ha registrato un impatto significativo sulle persone, con una riduzione della produttività nel 53% dei casi.

Ma il dato più preoccupante è che nel 15% delle aziende, i dipendenti stessi hanno contribuito all’amplificazione del problema: errori nell’utilizzo degli strumenti informatici, mancanza di attenzione ai tentativi di phishing (51%) e gestione inefficace delle password sono tra le principali cause di vulnerabilità. La formazione continua e la sensibilizzazione sono quindi fattori chiave per ridurre i rischi.

Tuttavia, solo il 35% delle PMI ha avviato programmi strutturati per educare i dipendenti alla sicurezza informatica, lasciando il personale privo di competenze essenziali per proteggere i dati aziendali.

L’autenticazione a più fattori (MFA), una delle soluzioni più semplici ed efficaci per evitare accessi non autorizzati, è adottata solo dal 38% delle aziende, esponendo le altre a un rischio elevato di attacchi.



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