L'
accusa di
Oracle nei confronti di
Google non poteva lasciare indifferente il gigante di
Mountain View. La denuncia, accuratamente stilata dai legali di Oracle, si riferisce a una tecnologia cruciale, per
Android come per il web tutto:
Java.
L'accusa di
sfruttamento indebito di proprietà intellettuale di Sun - azienda a cui si deve la creazione di Java, poi acquisita da Oracle - ha visto una pronta reazione da parte di Google.
In una nota il colosso di Mountain View ha controbattuto facendo leva sull'
utilizzo open source di Java e, quindi, senza scopo di lucro: "Siamo delusi dal fatto che Oracle abbia deciso di attaccare Google e tutta la comunità Open Source di Java con un'azione legale senza fondamento". E ancora: "Continueremo a difendere gli standard open source e a lavorare con il settore per sviluppare la piattaforma Android".
Sun, poi, non è nuova a questo tipo di accuse: già tempo addietro, nel
2004, aveva accusato
Microsoft e aveva vinto a mani basse, ricevendo un
maxi risarcimento di un miliardo di dollari.
In più le parole di Google indicano piuttosto chiaramente quello che l'azienda pensa di Oracle: la
politica aggressiva di quest'ultima è ben diversa da quella più "soft" e filantropica di Sun, e la comunità open al lavoro su Java farebbe bene a prenderne atto.
Certo è che
Larry Ellison, CEO di Oracle, ha tutte le risorse per portare chiunque in tribunale. Sun non avrebbe mai potuto citare Google e portare avanti le onerose iniziative legali.
Nonostante
Android funzioni più come strumento di rivalsa per Java in campo mobile che come tecnologia "sfruttatrice", Oracle potrebbe anche avere, legalmente parlando, ragione: per l'utilizzo di
J2ME, la declinazione mobile di Java, Sun richiede il
pagamento di una licenza per scopi commerciali. Google non l'ha fatto, creando una propria protezione proprietaria.
Insomma, in tribunale andrà appurata l'
estensione della licenza GPL di Sun sulla tecnologia di sua invenzione, verificando se e in quale misura Google abbia davvero utilizzato J2ME in modo illecito.
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