Google, contrariamente alle aspettative,
entra nel mercato della telefonia mobile non con un proprio smartphone ma con una piattaforma software completa. L'annuncio del gigante di
Mountain View è arrivato questo pomeriggio. Il nome in codice della piattaforma è
Android e sarà basata su
Linux e Java. I piani di sviluppo dovrebbero essere ultimati entro la prima
metà del 2008, ma il kit con il software di sviluppo arriverebbe ai produttori già tra una settimana, il 12 di Novembre.
[tit:Nome in codice: Android]
Una delle caratteristiche che distingueranno
Android dovrebbe essere la possibilità di navigare sempre e ovunque come se si fosse a casa propria, con la possibilità di sfruttare tutti i servizi di Google (
Maps,
Earth e i programmi office). Alla base delle grandi potenzialità della piattaforma
Android c'è
una macchina virtuale perfettamente disegnata per ottimizzare appieno le risorse hardware e software in ambiente mobile.
Android inoltre non gestisce in modo differente le applicazioni costruite da terze parti da quelle "core" del cellulare e quindi tutte possono essere scritte in modo da avere pari accesso alle risorse hardware. Per saperne di più vi consigliamo di guardare il video di presentazione disponibile
qui.
L'obiettivo di Google è fare in modo che il proprio sistema operativo venga "ospitato" dal maggior numero di dispositivi mobile. Anche per questo il kit apposito di sviluppo consentirebbe a terze parti di scrivere il più alto numero di applicazioni nel minor tempo possibile. Se
Android, come è spiegato più avanti in questo stesso articolo,
sarà "gratuito" per i produttori, bisogna considerare che
non potrà essere così per le Java Virtual Machine e i codec
MPEG o tutte le altre applicazioni che servono per far funzionare a dovere uno smartphone di prossima generazione, Android da solo non basterà da solo a rendere più economici gli smartphone basati su questi piattaforma.
[tit:Quali smartphone avranno Gphone?]
Ai produttori sarà richiesta una configurazione minima per il
GPhone:
connessione Wi-Fi, supporto per le reti 3G, videocamera integrata, e localizzatore. Tra i produttori hardware sarebbe già sicura l'adesione di
Samsung,
Motorola,
LG,
HTC e per i processori e i chipset Intel, Qualcomm e Texas-Instruments.
T-mobile e TIM tra i provider ma in buona compagnia con
T-Mobile in Germania, Telà©fonica in Spagna, e in estremo oriente
China Mobile (con un mercato di 332 milioni di utenti),
NTT DoKoMo e HDDI in Giappone.
Symbian e Windows Mobile dovranno affilare le proprie armi perchè mentre il primo sistema operativo è certamente ancora leader di mercato,
Windows Mobile negli ultimi tempi aveva visto incrementare sensibilmente le proprie quote e ora si trova a dover fronteggiare un "nemico" in più.
[tit:Le dichiarazioni dei protagonisti]
Fonti autorevoli riportano il commento a caldo di
Steve Ballmer, CEO di Microsoft, subito dopo l'annuncio: "
La Microsoft non ha certo paura di Google", una dichiarazione che, al di là dell'apparenza, è forse più un segno della grinta del Ceo nell'affrontare i problemi e non certo da considerare in senso letterale, tanto più perchà© le dichiarazioni da Mountain View hanno davvero il sapore della sfida.
Il business per Google, così come riportato da
Eric Schmidt (CEO di Google,
foto a sinistra), non starebbe nella vendita delle licenze ai produttori (che dovrebbero essere distribuite secondo la
Apache v2 licence che non prevede restrizioni), quanto nella possibilità di
incrementare in modo esponenziale i propri introiti pubblicitari e aumentare la base di utilizzo, considerato che il motore di ricerca "unico" di tutti i dispositivi mobile sarebbe proprio
Google. In realtà per
Schmidt saremmo di fronte alla nascita di un nuovo modo di intendere "l''ambiente informatico" alla base di migliaia di modelli di cellulari diversi.
E su questa stessa linea d'onda sono da leggere le dichiarazioni di
Peter Chou,
CEO HTC (
foto a destra) secondo il quale l'adesione della casa coreana all'Open Handset Alliance e l'introduzione della piattaforma Android permetteranno ancora di più di espandere la gamma di dispositivi da proporre al mercato, e apriranno a questa industria nuovi scenari di utilizzo.
Andy Rubin invece, responsabile dello sviluppo delle piattaforme mobile, da un lato ha sottolineato che "E' intenzione di Google portare nei dispositivi mobile la stessa comodità che si sperimenta ormai nella navigazione sul desktop", ma per quanto riguarda le strategie ha evitato di rispondere alle domande riguardanti un eventuale tentativo di coinvolgere nell'"
Open Handset Alliance" protagonisti del mercato come
Nokia, Microsoft, RIM e Apple.
La
strategia è comunque e chiaramente molto diversa da quella adottata per il suo
iPhone da
Steve Jobs che, almeno fino ad ora, ha scelto invece un approccio più "chiuso", la polemica sulla possibilità per le terze parti di sviluppare applicazioni dedicate al gioiello della casa di Cupertino è stato finora un chiaro segnale e ha suscitato non poche polemiche.
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