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Nuovo digitale terrestre: 4 milioni di famiglie costrette a cambiare televisore

Secndo una ricerca di Facile.it, 3,5 milioni di famiglie dovranno sostituire un apparecchio acquistato meno di 3 anni fa. In 4 milioni di case non ci sono televisori compatibili col nuovo standard di trasmissione.

Autore: Redazione BitCity

Pubblicato il: 31/03/2020

Il passaggio al nuovo standard di trasmissione televisivo DVB-T2, che inizierà da settembre 2021, costringerà molti italiani a mettere mano al portafogli per adeguare i propri televisori.
È questo uno dei dati emersi dall’indagine commissionata da Facile.it a mUp Research e Norstat secondo la quale il 20,9% dei rispondenti, pari a circa 4 milioni di famiglie, ha dichiarato di non avere in casa alcun televisore compatibile con il nuovo standard e pertanto dovrà necessariamente cambiare apparecchio o dotarsi di decoder.
La platea di italiani costretta ad affrontare questa spesa, si legge nell’analisi, è però ancor più grande se si considera che il numero totale di famiglie che hanno almeno 1 apparecchio non compatibile con il nuovo standard è pari a circa 11 milioni (il 58,8% dei rispondenti).
Questo valore potrebbe salire ulteriormente se si considera che il 25,2% degli intervistati ha dichiarato di avere in casa almeno 1 televisore per il quale non sa dire se sia o meno compatibile con il nuovo modo di trasmissione.

Oltre al danno la beffa
Oltre al danno economico, per molte famiglie italiane si profila anche la beffa; nonostante già dal 2017 sia proibita la vendita al dettaglio di apparecchi non compatibili con il nuovo standard, quasi 1 rispondente su 3tra quelli che dovranno metter mano al portafogli (pari a 3.300.000 famiglie) ha dichiarato che l’apparecchio da cambiare è stato acquistato meno di 3 anni fa.

Il bonus: chi lo conosce, chi lo userà e chi no
Per alleggerire il peso del cambiamento sulle economie familiari è stato varato il cosiddetto Bonus TV, un contributo da 50 euro per l’acquisto di un nuovo apparecchio televisivo o di un decoder destinato a chi ha un ISEE inferiore ai 20.000 euro, ma non tutti conoscono il provvedimento e, anche fra chi lo conosce, non tutti saranno in grado di usarlo. Sebbene, come messo in luce dell’indagine, il 60,3% dei rispondenti abbia dichiarato di aver sentito parlare dell’incentivo, quasi 1 rispondente su 2 ha ammesso di non sapere come questo funzioni; 1 su 4 (26,1%) di non rientrare nei parametri necessari per usufruirne. A livello territoriale, la percentuale di chi ha diritto al Bonus e intende servirsene varia tra il 20,9% rilevato al Nord Ovest e il 30,5% al Sud e nelle Isole.

Decoder, nuovo apparecchio o… addio TV?
Cosa faranno quindi gli italiani che hanno in casa televisori non compatibili? La maggior parte delle famiglieintervistate (43%) ha dichiarato che comprerà un decoder, il 31% acquisterà un nuovo apparecchio, mentre il 21,7% non ha ancora deciso. Interessante notare come, probabilmente per ragioni economiche, il 4,3% dei rispondenti abbia detto che, semplicemente, rinuncerà al televisore, funzionante, ma non più compatibile.
Se si riduce il campione di analisi alle famiglie che hanno un solo televisore in casa e per di più non compatibile con il nuovo standard, il 32,5% opterà per l’acquisto di un decoder, il 30,4% ha dichiarato che comprerà una nuova televisione, mentre il 29,8% non ha ancora scelto cosa fare. Per chi ritiene la televisione una parte della propria quotidianità sarà sorprende, forse, sapere che il 7,3% dei rispondenti di questo sotto campione, pari a circa 80.000 famiglie, abbia dichiarato che, quando partirà il nuovo standard di trasmissione, farà a meno dell’apparecchio tv. 

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