La
pandemia ha accelerato un trend che era comunque in atto da almeno un lustro: lo sviluppo dell’eCommerce viaggia su percentuali a doppia cifra ed è l’Oriente a tirare la volata.
Secondo le stime
eMarketer, il 52% del mercato globale è rappresentato dalla Cina, che dovrebbe chiudere il 2021 con una spesa vicina ai 3.000 miliardi di dollari. Al secondo posto, gli USA, con il 19% delle quote di mercato e un fatturato di 1.000 miliardi di dollari. L’Europa è al terzo posto, ma con performance molto differenti da nazione a nazione: al Regno Unito va una quota del 4,8%, alla Germania del 2,1%, alla Francia dell’1,6%. Paesi che occupano rispettivamente il 3°, il 6° e il 7° posto nel ranking globale. Ottimo anche il quarto posto del Giappone, con il 3%. La nazione che crescerà maggiormente è l’India, per cui è prevista una crescita del 27%, seguita da Brasile (+26.7%), Russia (+26%) e Gran Bretagna (+20.5).
E l’Italia? Secondo il Polimi, chiuderà il 2021 con un fatturato di circa 40 miliardi di euro, con un incremento non trascurabile e vicino al 20%.
“I dati mostrano una crescita costante _–
afferma Cristina Andreetta, CEO di Goia Agency, una delle prime realtà italiane nel campo della consulenza per Amazon Marketplace – ma a preoccupare non sono tanto le vendite online quanto la poca propensione delle aziende soprattutto del Largo Consumo ad investire sul digitale. Occorre fare un salto di mentalità”._
Salto che, a quanto pare, la Cina ha già fatto da tempo, avendo da poco fatto registrare un altro primato storico,
ossia il sorpasso delle vendite online rispetto a quelle degli store tradizionali: il 52% contro il 48% (28,9% per la Corea del Sud e 28,3% per la Gran Bretagna). Nel 2022 il gap cinese aumenterà e le vendite online saliranno al 55.6%. Anche i player di marketing digitale hanno deciso di investire di più sul mercato interno cinese, incrementando la spesa del 20% nel 2021. Il digitale rappresenta oggi il 70% degli investimenti in piani di marketing in Cina.
“Il Digitale cambia ad una velocità elevata: si diffondono social media che sostituiscono piattaforme nate solo una decina di anni fa, così come si sviluppano tecnologie sempre più sofisticate che fino a poco tempo fa sembravano fantascienza –
conclude Cristina Andreetta – Ma nel Digitale vince chi arriva per primo. Lo abbiamo visto in tantissime occasioni. Oggi chi guida un’azienda italiana deve guardare i Paesi più evoluti digitalmente, in primis la Cina, e deve giocare d’anticipo, entrando in quella parte del mondo digitale che oggi in Italia è solo agli inizi. Solo così potrà sopravvivere e abbracciare positivamente la quarta rivoluzione digitale”.
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