Una ricerca svela che gli italiani spendono in media 600 euro all’anno per abbonamenti a piattaforme e servizi online e che il 59% non può permettersi tutti i servizi che vorrebbe. 1 su 3 paga anche per un abbonamento che non utilizza.
Autore: Redazione BitCity
Pubblicato il: 13/06/2024
1 italiano su 2 vorrebbe un’applicazione unica per gestire tutti gli abbonamenti online a piattaforme di contenuti in streaming e servizi. Il dato emerge da “Subscription Wars: Super Bundling Awakens Europe”, l’ultima ricerca di Bango, che ha coinvolto oltre 5.000 abbonati a servizi online in Europa, tra cui 1.000 italiani.
Lo studio mostra come il mercato degli abbonamenti in Europa sia florido e in espansione. La fruizione di contenuti video on demand (streaming video on demand - SVOD) continua ad affascinare il pubblico e i consumatori si rivolgono a più piattaforme per soddisfare le esigenze di intrattenimento. La maggior parte del campione europeo analizzato possiede anche abbonamenti di altro tipo, come a negozi di abbigliamento, servizi alimentari, videogiochi etc. In media, il cittadino europeo ha 3,2 abbonamenti, 3,1 in Italia.
Gli abbonamenti più popolari in Italia riguardano le piattaforme di video (71%), i negozi online (48%), le piattaforme audio (28%), i canali sportivi (20%) e le piattaforme gaming (16%).
Un abbonato europeo paga in media 696 euro all’anno per i propri abbonamenti, contro gli 863 euro di uno statunitense La spese media italiana è di 600 euro. Gli abbonati in Europa stanno però cancellando alcuni abbonamenti per risparmiare sui costi e quasi la metà (42%) ha annullato una sottoscrizione a causa di un aumento dei prezzi, dato che arriva al 48% in Italia. Il 59% degli italiani non può, inoltre, permettersi tutti gli abbonamenti che vorrebbe e nel 35% dei casi è disposto a effettuare un downgrade a servizi che includono la pubblicità, per mantenere attiva la sottoscrizione.
Il 65% del campione ritiene che i servizi in abbonamento, da gestire, siano troppi e molti si sentono intrappolati dai propri abbonamenti: la metà (50%) è frustrata dal fatto di non poterli mettere in pausa quando desidera, mentre quasi un terzo (28%) si sente bloccato dai piani che ha attivi. Per questo, oltre la metà (58%) degli abbonati europei vorrebbe un'unica app per gestire tutti gli abbonamenti e gli account. In Italia la percentuale è in linea con il campione europeo (57%).
Lo studio mostra anche che 1 intervistato ogni 5 (21%) sceglie indirettamente i propri abbonamenti iscrivendosi tramite pacchetti e offerte di terze parti, come ad esempio quelle dei fornitori di banda larga. Questi pacchetti sono però utili poiché consolidano controllo e pagamento in un unico posto, risolvendo il problema di gestire diversi abbonamenti in diversi luoghi.
Inoltre, un quarto degli italiani (24%) ha perso il conto di quanto spende per i propri abbonamenti e Il 30% paga addirittura per un servizio che al momento non utilizza. Per questo, il campione vorrebbe che terze parti, come le società di telecomunicazioni, offrissero hub di contenuti all-in-one. Il 45% preferirebbe che fosse il gestore di telefonia mobile a offrire questo tipo di servizio, mentre per il 26% potrebbe essere l’internet provider. In questo caso, Il 36% degli italiani pagherebbe un canone Internet o telefonico più alto a una società di telecomunicazioni che fornisse questo servizio. In media il campione italiano sarebbe disposto a spendere anche 16€ al mese in più.
Al momento, le società di telecomunicazioni europee offrono già pacchetti che includono altri servizi, ma poche combinano abbonamenti al di fuori di contenuti streaming on demand. Per le società di telecomunicazioni e i provider di contenuti, il Super Bundling potrebbe essere la chiave per soddisfare i clienti. Oltre la metà (54%) degli abbonati europei sarebbe anche più fedele a un brand che offrisse un abbonamento tutto in uno, e oltre un terzo (39%) sarebbe disposto a lasciare il proprio attuale fornitore se un servizio di questo tipo diventasse disponibile altrove.