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Kaspersky: in Italia il 48% dei millennial condivide informazioni personali nelle community online

Un nuovo studio di Kaspersky rivela come i millennial siano alla ricerca di connessioni e approvazioni online, anche se il 53% afferma di instaurare più facilmente amicizie e relazioni significative di persona.

Autore: Redazione BitCity

Pubblicato il: 04/04/2025

Un nuovo studio di Kaspersky evidenzia un forte cambiamento nel modo in cui i millennial raccontano le proprie esperienze personali, dal momento che i social media sono lo strumento principale per la condivisione e il supporto emotivo. In Italia, il 48% dei millennial ha ammesso di aver pubblicato online importanti aggiornamenti relativi alla propria vita, come la fine di una relazione, promozioni o traslochi, prima ancora di informare personalmente i familiari e gli amici più stretti. Nonostante questo, il 53% degli intervistati in Italia afferma che sia più facile instaurare amicizie vere e relazioni sentimentali attraverso le interazioni faccia a faccia.

"Il bisogno di relazioni e di conferme è una caratteristica innata nell'essere umano", ha commentato Ruth Guest, cyber-psicologa e fondatrice di Sersha, un gioco per la sicurezza sui social media "Oggi, con lo smartphone sempre a portata di mano, il flusso continuo di like, commenti e condivisioni offre una sensazione di approvazione quasi immediata. Non sorprende che molti millennial considerino i social media non solo come piattaforma per esprimersi, ma anche come principale mezzo per ottenere approvazione".

Questa tendenza è aggravata dalla convinzione diffusa che tutti gli utenti dei social media modifichino accuratamente la propria vita per apparire “socialmente desiderabili”. A questo proposito, Guest ha aggiunto: "Questo atteggiamento porta con sé un pericolo: se la maggior parte degli utenti si presenta con una versione idealizzata di sé, si inizia a perdere di vista l’esperienza umana autentica e completa. Se da un lato un sé idealizzato online può raccogliere rapidamente consensi, dall’altro può mascherare la realtà più articolata e talvolta complessa delle relazioni personali".

Nonostante le piattaforme digitali siano molto utilizzate per condividere i momenti più importanti, lo studio di Kaspersky evidenzia come le amicizie offline restino ancora le preferite. In Italia, i millennial dichiarano di avere in media più o meno 8 relazioni online strette e significative, rispetto a circa 15 di persona.

Questo dato suggerisce che, sebbene le piattaforme digitali offrano preziose opportunità per mantenere i contatti e ottenere un’immediata approvazione sociale, i legami più profondi, quelli creati di persona, sono ancora considerati fondamentali. I millennial riconoscono che la fiducia e la comprensione autentica si coltivano più facilmente attraverso l'interazione diretta, grazie a tutti gli aspetti verbali e non verbali che solo un incontro faccia a faccia può garantire.

Come evidenzia lo studio di Kaspersky, più della metà dei millennial (53%) si sente a proprio agio nel condividere informazioni sensibili o personali online, aumentando così il rischio di esposizione alle minacce per la privacy.

"L'eccessiva condivisione di informazioni personali online può rendere gli utenti più vulnerabili al furto d'identità, agli attacchi di phishing e alle truffe di social engineering", ha dichiarato Marc Rivero, Lead Security Researcher del Global Research & Analysis Team (GReAT) di Kaspersky. "I dati personali condivisi online, come a posizione, la situazione sentimentale e le abitudini quotidiane, possono essere sfruttati per truffe mirate o controlli non autorizzati. Inoltre, le informazioni condivise restano online per sempre, facendo sì che anche i messaggi passati, compresi quelli condivisi in gruppi privati, possano riemergere rischiando così di compromettere la sicurezza personale".

Considerato l'aumento dei rischi legati alla sicurezza digitale, il comportamento dei millennial deve andare oltre le loro abitudini online. Sebbene in Italia il 76% si consideri il componente più alfabetizzato della famiglia in materia digitale, il 92% di loro ha aiutato gli altri nelle attività digitali, rendendoli così i principali amministratori IT della famiglia. Questa competenza li rende responsabili di dover rispondere non solo della propria privacy e sicurezza informatica, ma anche della protezione digitale dell'intera famiglia.



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