Tra il 2022 e il 2023 in Italia i prezzi relativi a terminali e servizi di comunicazione sono scesi del -2,3%, contro una media europea del +0,6%. Da dicembre 2013 a dicembre 2023 l’Italia mostra un calo del -25,8%, il maggiore tra i principali Paesi europei.
Autore: Redazione BitCity
Pubblicato il: 08/11/2024
I dati del Rapporto sulla filiera delle Telecomunicazioni in Italia 2024, realizzato in collaborazione con gli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano, hanno evidenziato che anche il 2023 è stato un anno di crescita per i volumi di traffico dati (+13% per il traffico dati fisso, +26% per quello mobile), ma anche di una sostanziale stabilizzazione dei ricavi del settore. Questi ultimi, infatti, dopo anni di tendenza in diminuzione, sono aumentati dello 0,3%, pari a circa 100 milioni di euro, rispetto al 2022, raggiungendo 27,2 miliardi di euro. Complessivamente però, dal 2010 al 2023, i ricavi complessivi hanno fatto registrare un calo del 35%, dovuto a diminuzioni del 47% per il radio-mobile e del 22% per le comunicazioni fisse. Tale calo è superiore a quello degli altri principali Paesi europei. Inoltre, nel 2023 Paesi limitrofi come Francia e Germania registrano trend positivi grazie alla crescita dei ricavi business e alla differenziazione dei canoni delle offerte in funzione del livello di servizio (es. diverse velocità di download/upload nei pacchetti a fronte di un prezzo unico in Italia). I primi sei mesi del 2024, secondo le semestrali di alcuni dei principali Operatori, sembrano confermare questa tendenza del mercato, con un’ulteriore crescita del mercato fisso (+2,5%) controbilanciata dalla diminuzione del mercato mobile (-3,5%).
Gli altri segmenti della filiera mostrano le seguenti dinamiche:
Nonostante le dinamiche di mercato, proseguono gli investimenti degli Operatori Tlc in particolare per la costruzione delle reti a banda ultra-larga, radio e in fibra. Nel 2023, gli investimenti di circa 7,0 miliardi di euro confermano l’incidenza del 26% sul fatturato totale degli Operatori Tlc, percentuale stabile da ormai 3 anni. Nonostante gli investimenti sembrino stabili tra il 2022 e il 2023, in un quadro a prezzi costanti, considerando fattori come l'inflazione, vedrebbero nel 2023 una diminuzione del loro valore di circa il 5%.
Secondo quanto emerge dalle analisi DESI 2024 – che considerano la copertura ottenuta con il cosiddetto Dynamic Spectrum Sharing – il 5G in Italia copre il 99,5% delle zone abitate, dato che colloca il nostro Paese tra quelli con la maggiore copertura 5G in Europa, superando nettamente la media EU che è pari a 89,3%. Non bisogna però fermarsi alla prima lettura: i valori della Commissione Europea considerano, come riportato precedentemente, la copertura ottenuta con il cosiddetto Dynamic Spectrum Sharing (condivisione dinamica dello spettro, o DSS). Considerando la copertura 5G Non Stand Alone (NSA), in Italia a settembre 2024, secondo le stime elaborate su dati pubblici degli Operatori, si raggiunge più del 75% della popolazione, con una crescita di circa il +7% rispetto a settembre 2023. A livello di disponibilità 5G (ossia la percentuale di utenti con telefoni 5G e tariffe 5G attive che trascorrono la maggior parte del tempo connessi a reti 5G) emerge una forte disparità tra i diversi Paesi a livello mondo: l’Italia si posiziona nella parte bassa della classifica, con un valore pari al 17%.
Le difficoltà economiche del settore sono ben rappresentate dalla dinamica del saldo di cassa disponibile per gli Operatori Tlc (EBITDA – CAPEX): nel 2010 questo valeva 10,5 miliardi di euro disponibili per il servizio del debito finanziario, per il pagamento delle imposte e per la remunerazione degli azionisti; nel 2023 tale valore è pari a 0,5 miliardi di euro: se confrontato con il valore del 2022 (-3,8 miliardi di euro) si assiste ad una crescita importante. Quest’ultimo valore era tuttavia fortemente caratterizzato dal pagamento della maxi rata di 4,5 miliardi di euro per le frequenze 5G. Al netto di questa operazione straordinaria si assisterebbe ad un calo del 25% rispetto al 2022. I numeri in particolare dell’ultimo triennio evidenziano una situazione che pone forti punti interrogativi sulla sostenibilità prospettica dell’Industry.
In un contesto tecnologico in continua evoluzione, la filiera Tlc non è immune ai cambiamenti e sta vivendo un profondo cambiamento, che la sta trasformando da una filiera, quindi da un modello lineare in cui ogni attore opera in una sequenza ben definita e le interazioni sono limitate e circoscritte, a un vero e proprio ecosistema, al cui interno sono presenti molteplici attori con caratteristiche differenti e, in alcuni casi, persino provenienza da altri mercati (es. utility, cloud) che si interfacciano l’uno con l’altro, dando vita a una rete di relazioni complesse. L’evoluzione verso tale ecosistema sarà influenzata da quattro grandi macro-fattori: l’aggiornamento della regolamentazione di settore; lo sviluppo di una politica industriale dedicata che accompagni le trasformazioni di business e i trend tecnologici in atto; per una rapida diffusione delle infrastrutture e dei nuovi servizi lo sviluppo di nuove strategie da parte degli attori della filiera (ingresso in nuovi mercati, valorizzazione del core business); la trasformazione del mercato del lavoro e la costruzione delle competenze necessarie.